domenica 6 giugno 2010

life is Nao

mentre ero nella capitale - la città di Totti e di Tutti, la città con le mille antenne televisive sui Tetti, le salite e le scalinate le piazze e le viuzze, la città a cui portano tutte le strade e che non è stata fatta in un giorno, la città dei gatti, di Romeo, degli aristogatti e degli aristocratici, dei preti e dei Papi ..e di "papi" - al frontiers of interaction è stato mostrato Nao e mi son rincoglionito. Quel robot sa ballare Thriller e io no. Un conto è vederli al cinema con quella patina di finzione indotta dallo schermo un altro è vederlo coi propri occhi e prenderlo in braccio come fosse l'ottavo nano, l'ottavo re di roma.


mentre ero nella capitale - la città di Totti e di Tutti, la città con le mille antenne televisive sui Tetti, le salite e le scalinate le piazze e le viuzze, la città a cui portano tutte le strade e che non è stata fatta in un giorno, la città dei gatti, di Romeo, degli aristogatti e degli aristocratici, dei preti e dei Papi ..e di "papi" - al frontiers of interaction è stato mostratoNao e mi son rincoglionito. Quel robot sa ballare Thriller e io no. Un conto è vederli al cinema con quella patina di finzione indotta dallo schermo un altro è vederlo coi propri occhi e prenderlo in braccio come fosse l'ottavo nano, l'ottavo re di roma.

mercoledì 19 maggio 2010

rewired: il sito che m'immagino non è un sito.



qui sotto quello che ho scritto e pubblicato sul sito di re-wired, questo spiega un po anche come la penso su internet e i siti in risposta a chi, di tanto in tanto tra una birra e un cocktail mi chiede ma qual è il tuo sito preferito.


"l'idea non è di cambiare wired ma di creare un nuovo wired. Wired è (ad oggi) prima di tutto una rivista, c'è una redazione una direttore e un editore che decidono cosa pubblicare, come creare un numero, che copertina scegliere e per quanto siano bravi non riusciranno mai ad accontentare completamente i lettori.
il sito di wired può farlo.
il digitale ha intrinseco in se il concetto di on demand e questo è e deve esser sia nei contenuti che nella forma: un fluido di informazioni e tecnica. Un contenuto liquido che permetta di seguire una storia anche mesi dopo che sia stata pubblicata con aggiornamenti, rimandi, partecipazione degli utenti. Per la tecnica un wired.it che si adatti a me, si adatti alla risoluzione e alla connessione del dispositivo che ho tra le mani che sia uno smartphone, un tablet, un monitor tv wide o un eepc, che entri dove sono già (social, tutti mica solo fb o twitter...) che sia un hub completamente integrato legato a me grazie a un banale login.
Mi immagino un sito che abbia la stessa cura della rivista, una feature nuova ogni mese come ogni copertina cartacea, m'immagino un classico "calendario da blog" dove tornare ai numeri precedenti perchè una notizia oggi può non solleticare la mia curiosità ma può interessarmi tra un paio di mesi. M'immagino dei qr code sul cartaceo per saltare subito allo stesso articolo su mobile per non interrompere la lettura se costretto ad abbandonare la rivista per prendere il tram. un sito che mi parli se non posso leggere. un sito che sia un luogo digitale dove video, lettura, audio, visione si fondano, s'integrino uno nell'altro sempre in base al dispositivo che ho in mano o davanti. un sito che sia anche in inglese, se non altro perchè se di rivoluzione stiamo parlando facciamo si di venir capiti e lodati fuori dai patri confini, ma sopratutto per avere contributi da tutto il mondo. Un sito che mi conosca e si plasmi su di me sui miei gusti e interessi, un sito che sia diverso per ognuno dei suoi utenti e diverso a seconda del momento (media) che l'utente usa perchè è cosi che noi siamo. Un sito che non sia un sito per come sono i siti oggi figli di idee di un altro media. si sta parlando di fare un sito, figlio di una rivista, ma che stravolga prima le logiche che "stanno dietro" ai siti di oggi per esser "un sito nuovo" e non "un nuovo sito".
Ps
un sito che se mi conosce mi propone pubblicità che mi interessa, un sito dove non ci siano banner ma ci sia pubblicità, fluida anch'essa nei contenuti e nella forma."
Se siete d'accordo, se vi sto simpatico, se volete far parte del progetto, andate qui

immagine di Maggok

domenica 21 marzo 2010

Il gatto perde i peli soltanto in presenza di gente allergica.





quando ero piccolo un'estate a Vasto sotto le scale della villetta una gatta decise di complicarsi la vita mettendo al mondo una manciata di micetti; uno di quei micetti ha vissuto poi con me a Milano per tanti anni, si chiamava Birba, si come il gatto rosso dei Puffi, e non ha avuto una vita facilissima in mano ad un bambino come me.
Volevo bene a Birba, le volevo bene davvero e quando ci trasferimmo anni dopo andai con mia madre fino a Mantova dove Cesarina aveva una casetta vicino ai campi e piena di altri gatti e qualche tartaruga. Mi ricordo che in macchina al ritorno piansi, mi dispiaceva lasciare là Birba e sapevo che non l'avrei più rivista. Cesarina ama i gatti e amava Birba e Birba a sua volta preferiva passare il tempo in tasca del grembiule di Cesarina piuttosto che giocare con il suo aguzzino.
Io con Birba ci volevo solo giocare e quel suo esser altezzosa e indifferente tipico dei gatti mi faceva incazzare, Birba era mia e nella mia testa, come il suo alter ego disegnato, doveva rispondermi e accompagnarmi.

Molti anni dopo una rincoglionita è uscita a retromarcia da un passo carraio investendomi. Da quel giorno, per un curioso principio dell'essere umano, son diventato allergico a metà degli elementi che crescono e vivono su questo pianeta e cosi come posso mangiare la carne ma non il pesce, cosi come posso bere il latte ma non una spremuta d'arancia, cosi posso rotolarmi a terra con Sheeva non posso condividere un casa con un gatto.

Sfogliavo Vice qualche tempo fa e ho trovato questo articolo dove in Giappone, e sui giapponesi si può dire di tutto, secondo me Dio prima di farli s'era fatto un viaggetto con Raoul Duke,  ci son delle caffetterie stile Starbucks  piene di gatti. Mi chiedo cosa potrebbe combinare li un commesso stile Bigazzi.
Il povero Beppe ha finito di gironzolare intorno alle pere della cuoca Clerici per questa ricetta, vittima di questo mondo dove tutto va a trans e nessuno dice nulla ma se osi toccare i micetti, le minoranze, i senzatetto, i senzapalle e gli interisti ti ritrovi come minimo una denuncia. Chissenefrega se Bigazzi si mangia il micio?
Su facebook ho condiviso il link ed è stato l'oggetto che ha ricevuto più commenti in assoluto: 38. Qualcuno scherzava, qualcuno si è sentito offeso e altri semplicemente han colto la palla al balzo per cazzeggiare. La mia tesi era:

Mi dite la differenza tra gatto e coniglio?
son entrambi animali domestici e non sto parlando del cucciolo che avete in casa, ma dell'animale in se. perchè i gatti possono farla franca e il coniglio no? perchè non esiste un allevamento di gatti per alimentazione, cosi come i vitelli, gli agnelli, i capretti, i polli...... oppure gatto selvatico, come il cinghiale, il capriolo, il cervo..
perchè il gatto non si può mangiare? che siamo in Egitto?

Io d'indole mi sento liberale, nel senso più vero e meno politico: fatevi i cazzi vostri e lasciatemi fare i miei. Non ho mai pensato di mangiarmi un gatto, penso spesso alla micia ma è un altro discorso, non credo mi capiterà mai di mangiarlo ma non capisco questa perseveranza dell'uomo del XXI secolo di salvare e difendere le nicchie, le tribù, i deboli e gli oppressi, gli interisti (si lo so l'ho già detto, ma repetita iuvant e juve merda). Trascorriamo le nostre giornate in un mondo connesso e al contempo sconnesso, in un villaggio globale, dove un galletto di un paese di tre anime e mezza tocca il culo alla prof (mito!), lo filma col cellulare (stramito!) e poi lo carica su youtube (genio!) e quel culo finisce al tg1 (perchè?), nei talk show (perchè??) e si crea un movimento a difesa dei culi delle professoresse e cosi il video sparisce da youtube (nooooo!!).

Il fatto ancor più triste è che la prima minoranza salvata ne chiama poi uno stuolo al seguito e, ovviamente, nessuno si cura di questo stuolo che inizia a lamentarsi a sentirsi trascurato e il circo sposta i carrozzoni cercando la nuova vittima di se stessa da salvare, e cosi ti ritrovi con le Arisa, i Gentilini e un altro ammasso di idioti col culo di esser stati per 15 minuti dei casi umani da salvare.

ps
se per caso volete "salvare" qualcuno io vi consiglierei di interessarvi alla causa di Ada Stefan: Vittorio Veneto patria della ‘vergogna di Stato’ (--> è un tag, un hash tag, non so come chiamarlo ma guardate qui è uno dei tanti motivi per cui amo internet.)

l'immagine l'ho presa da qui e poi l'ho modificata. In un episodio dei Simpson Marge si mette a capo di un campanello di persone che per difendere una nicchia (homer) fanno cancellare Grattachecca e Fighetto nei cartoni animati però la vita è piu giusta: alla fine itchy and scratchy ritornano in TV.

mercoledì 3 marzo 2010

Macellaio Furioso e la Libertà Liberata.




oggi è mercoledì. Oggi è passato Rug "the paperboy" e ci ha lasciato, come bella consuetudine, delle riviste fresche di stampa. Piove, salto il post ufficio e vengo a casa con l'idea di tirar su la serranda di questa macelleria. Entro e vedo il mio bel divano blu, ci casco sopra e lui infame che mi trattiene e i buon propositi stanno per andare farsi benedire, ancora, un'altra volta. Poi tra tette e culi in digitale terrestre, sguardi ammiccanti e denti più bianchi della carta salta fuori un piccolo trafiletto dal titolo: SI ALLA CENSURA SUI SOCIAL NETWORK.
Titolo furbetto, penso, gli editori son gli stessi di Wired, quelli del Nobel per la pace a internet ma poi parte una lotta tra me e il divano che le crociate in confronto erano solo più lunghe, qui documentata in un video su Vimeo (eh già meglio portarsi avanti.. basta youtube!!)
Vinco, sembro Goffredo di Buglione sguaino il notebook e scrivo.
digito furioso contro quel 25% che placido e tranquillo si sta impiccando per le palle dichiarando: "ci vorrebbe un controllo preventivo su quello che viene pubblicato/andrebbero aboliti". basito. tentenno come quando ti prendi un colpo alla bocca dello stomaco. respiro ma fa male. ancora un po. ma è possibile che un quarto, uno-su-quattro, dei miei cari e amati connazionali sia cosi demente?

..:: pausa di sospensione per permettere alle sinapsi di attivarsi ::..

Non vorrei passare per un Orlando qualunque, non sono qui a difendere Facebook o Google o Twitter o Youtube (che pur lo meriterebbero vedendo come vengono descritti e trattati da chi palesemente non sa cosa sono), vorrei tanto sapere come si possa anche solo banalmente pensare di effettuare un censura preventiva su qualunque cosa.

è grave. gente, se il sondaggio fatto da Vanity è vero e lo è visto che c'è pure un bel bollino rosso con scritto A cura di IPSOS - associato a ASSIRM e guardate a fondo pagina quale logo appare :p, siamo ridotti peggio di iracondi e accidiosi al quinto cerchio dantesco.

sono basito e non riesco nemmeno a commentare gli altri dati snocciolati con superbia indifferenza.




è più di un anno che non scrivo nulla di nulla qui sopra ed è parecchio che la macelleria non tirava su la serranda. basta con le scuse, basta. Me lo dico da un po ma poi alla fine, sempre qualcos'altro da fare, altro da vedere, curiosare cercare.. spero di non tradirmi e non tradirvi (si è un eccesso di modestia, immagino che siate tantissimi) e di postare, di tnato in tanto, sempre qualcosa di supido, irrilevante, futile o ardito.

immagine di mag3737

lunedì 16 febbraio 2009

chiuso per ferie.



macelleria mia ti riaprirò appena potrò.



ps
foto di Marcobillo