lunedì 27 agosto 2007

le mangrofie



eccomi qui, tornato.
viaggio fantastico ancora una volta con lu accanto.
per la prima volta però abbiamo avuto mete e date e, sopratutto, aerei da prendere.
troppi. per la prima volta eravamo turisti, non viaggiatori.
in ogni caso oltre ai posti stupendi (le foto le trovate su flickr) in queste 2 settimane da girovago ho pensato e riflettuto: mi son chiuso in me stesso e ho intrapreso un secondo viaggio, parallelo, sia per destinazioni che per mondo, al precedente. questa volta però da viaggiatore.

...

bugia. non ho fatto assolutamente nulla. vuoto.
ma ora che son qui posso dire che in effetti il viaggio, senza assolutamente volerlo c'è stato.
oltre ai soliti propositi estivi, cugini di quelli di capodanno, come "..quest'anno in palestra ci vado davvero.." "..il corso da sommelier devo farlo assolutamente.." mi son mosso in pensieri piu laterali, che prendevano spunto da ciò che mi ronzava intorno, dalla gente, dai libri, dalle pubblicità insomma se vogliamo si potrebbe dire che l'osservazione è stato a tratti il mio unico senso.

andando con ordine: NY, città immensa e incredibile su cui gia tutto è stato detto e scritto (si, è una scusa per non dire nulla) è uguale a Milano.
fermi.
aspettate.
e continuate a leggere.
ovviamente tutti i posti son come le persone, tutti diversi e tutti simili.
a nessuno di noi piace esser etichettato ma ci piace etichettare gli altri e sopratutto ciascuno di noi è una moltitudine di individui. cosi anche le città che da individui son fatte. alcune son piu simili di altre e Milano e New York lo sono con un unica, non trascurabile, differenza: a NY ci vivono gli americani che prima della loro moglie, prima del loro cane, prima del loro caffè la mattina amano esser americani, o meglio, lo danno a vedere.
chiunque abbia calpestato il suolo degli USA nn puo nn aver visto, ovunque, le 50 famose stelle e le 13 strisce: fuori dalle case, sui pickup, sulle mutandine... gli americano amano mostrarsi americani.
noi invece amiamo esser italiani solo fuori dall'Italia dove ci facciamo riconoscere in un modo e tempo pari al rombo di una scoreggia e l'ancestrale odore che la segue e ovviamente il risultato sugli innocenti spettatori è lo stesso: schifati.
ma gli italiani son tutti bambinoni e cosi se son loro a scoreggiare si esaltano e continuano a piu non posso, se son gli altri allora arricciano il naso come la peggior aristocratica di franca.

ho la (s)fortuna di non esser mai scambiato per un italiano, esteticamente e (spero) per modi e pensiero. questo mi permette di fare lo straniero in Italia, e lo straniero tra italiani all'estero.
ovviamente capisco l'italiano e i commenti davanti a chi fa le foto al toro di wall street, a chi ti rimbalza all'entrata in discoteca, a chi vive dignitosamente e tranquillamente dentro una baracca non mi sfuggono mai. l'italiano medio all'etero è fermamente convinto che qualsiasi cosa li è inferiore a quello che c'è nella sua terra d'origine.
il cibo è il re delle comparazioni e quindi ovviamente è meglio mangiare un piatto di "macaroni a la bouluneise" scotti, viscidi e ricoperti di formaggio "parmisan" piuttosto che una T-bone steak and baked potatoes.

camminando per Lincon rd a Miami i ristoranti son tutti italiani, nel nome. i loro clienti pure. in certi paesi lo han capito. fai il verso all'italiano e l'italiano ti ricoprirà d'oro.
cosi a S.Domingo abbiamo avuto la sventura di fare un escursione con altri 23 italiani, a parte una famiglia come noi scandalizzata e una coppia impassibile che però alla fine è stata contagiata dagli altri Variola Major.

ho assistito colpevolmente inerme a scene agghiaccianti. scene dove la guida, un poveraccio domenicano che si sforzava di parlare in italiano e che comunque ne sapeva piu di noi tutti messi assieme veniva vigliaccamente deriso per la sua parlata soffocata poi da gesti di trepidazione, scatti fotografici, urla (eravamo su una barca di 5 metri, fermi, senza altri suoni o rumori, insomma di urlare non ce ne era bisogno), riprese cinematografiche, chiamate all'amicognato che è dall'altra parte del mondo "ma noi viviamo tutt'assime, il suo (indicando il marito) migliore amico ha sposato mia sorella...viviamo assime..mangiamo assime..usciamo assime..facciamo tutto assime" (mi scuso con voi ma a trascriverlo in, sussulto, italiano sgrammaticato è impossibile, immaginatelo) per dirgli "ue mimmmmmmmo a ca st'amo navigando tra le mangroFie.. come, che so le mangroFie? aspet! .. Salvatoreee que so ste mangroFie? .. ah! chiste! so de le piante in mezz a la acqua (pausina) ma l'acqua è stupenda!!.."

io in quell'acqua mi ci sarei ammazzato perchè lasciare li il corpo di Quella era un affronto alle stelle marine.

per la cronaca, la guida aveva detto giusto, come spesso accadeva, le aveva chiamate Mangrovie e stava anche spiegando che ne ce son di vari tipi ma ovviamente il resto della spiegazione è stato investito e lasciato agonizzante dalle strilla all'amicognato.

non ero partito con l'idea di scrivere contro dei miei connazionali ma è la cosa che più mi ha scioccato e che piu noto quando mi ritrovo all'estero.
certo ognuno di noi è diverso, ognuno di noi è ciò che gli altri vedono in lui. per me quella era una cafona (mitica la scena in cui dopo il bagno, a barca in movimento, si strizza i capelli lavando l'incredulo luca dietro di lei, con calma e un po di grazia, come se fosse appena uscita dalla sua doccia a casa sua s'è fatta la toilette su di lui) per la sua obesa bambina Quella era la mamma migliore del mondo. io tremo al pensiero che quella balenottera in mignatura con treccine domenicane d'ordinanza un giorno contro le leggi di natura non si spiaggerà ma avrà diritto di voto.
avrei voluto scrivere di come un rifiuto alle volte non viene capito, neanche se ti viene sparato in faccia; di come si possa vivere 3 settimane senza internet (anche se ricercavo connessioni wifi ad ogni angolo); di come son rimasto deluso da Miami (ma come dice lu: "se ci han girato un film Boldi e De Sica un motivo ci sarà") tanto diversa dall'amata SanDiego; di come mi abbia fatto piacere rivedere dopo anni in una città lontana amici del mio passato (grazie Gegio, thank u Ana); di come grazie all'11/9 l'aereo sia il mezzo di locomozione piu scomodo in assoluto (3 ore di volo, 5 ore di spostamenti, check in, imbarco bagagli, attesa, attesa, attesa, corsa, libertà 0, leggi idiote 1000); di come ho visto un amico davvero chiudersi in se stesso per poi esplodere di luce, si supernova "mission impossible soggiogato e comandato dal tuo corpo", sto parlando di te.


rubando i versi a una canzone:
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia..